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L'incomprensibile umidità dell'essere
23/08/2010
Premessa.
Io visualizzo un sacco. Vuol dire che mentre parli con me, il mio cervello traduce immediatamente in immagini la maggior parte delle cose che dici.

Per questo chi mi conosce bene, quando usa un'espressione un po' colorita si gira verso di me e mi dice: scusa.

Apprezzo moltissimo la delicatezza e non mi sognerei mai di censurare, anche se in effetti, come si suol dire: ormai.

L'unica è Martina che invece adora usare espressioni del tipo "un palo nel..." per poi scrutare il mio viso alla ricerca delle inevitabili smorfie di disgusto. Cara ragazza.

Questione.
Quando mi trovo di fronte al risultato di certe scelte palesemente ottuse, visualizzo gli occhi del bue: umidi, grandi e totalmente inespressivi. Un po' come quelli di Sylvester Stallone. Ora: va detto che sono occhi di bue frutto della mia fantasia, perché non mi pare di aver mai fissato un bue negli occhi e può darsi che gli occhi del bue ispirino invece qualcosa di trascendentalmente intelligente. Quindi caro bue: nulla di personale. E lo stesso per Sylvester.

Così quando l'altra mattina, ho fatto la periodica ricerca su google cercando stereodinamica e trovando che non c'eravamo più solo io e i simpatici studiosi della dinamica dei sistemi rigidi, gli occhi di bue sono rimasti immagine chiara per tutto il giorno.

Ma nel 2010, ancora non lo sai che se scegli un nome per qualsiasi progetto o attività devi preoccuparti di essere originale? Viviamo in un mondo globalizzato ci sono siti, email e social network, più riesci ad essere originale più sarà facile trovarti.

Certo, essere originali non è da tutti. Ma uno si impegna, no? Mah, forse no. La diversità in effetti è un po' più scomoda.

Capita spesso nel mio lavoro: ma se il .it è preso non possiamo registrare il .com? No! Cioè non è che non puoi è che si tratta di una mossa totalmente, inesorabilmente, profondamente STUPIDA. Crei confusione, non solo per chi già è abituato ad associare quel nome al tal progetto ma idioticamente ti tiri anche la zappa sui piedi, perché confondi pure chi segue te.

Ci sono degli alberi da frutta in un parco vicino a casa, sono liberi. Bello no? Passi di lì e fai merenda. L'altro giorno passando, vedo un signore che riempie un sacchetto raccogliendo TUTTI i fichi dell' albero. Anche quelli non maturi. Penso: ma se l'albero è di tutti, non ti viene in mente di prenderne solo un po' di fichi? Gli altri li lasci a chi passa dopo di te, no?

No. Non c'è niente da fare, sono proprio strana. Forse una lobotomia.
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